Macchine ed attrezzature presenti
Il tessuto viene trasportato dal magazzino “materie prime” alla zona di preparazione greggio per mezzo di carrelli spinti a mano ovvero barelle trainate mediante transpallet e posizionato in corrispondenza dei tribunali per il primo controllo dello stesso.
Le pezze vengono innanzitutto suddivise e cucite tra loro (testa – coda) in base alle lavorazioni che dovranno seguire.
Le pezze, una volta smistate in questo modo vengono poi caricate su macchine per il loro controllo, chiamate tribunali.
Facendo scorrere lentamente le pezze in esame sul piano inclinato delle macchine citate si provvederà ad individuare eventuali difetti nelle stesse che si proverà a risolvere in sede.
Una volta controllate le pezze in questo modo le stesse verranno riaffaldate su barelle o carrelli oppure trasferite su rotolo, per essere poi inviate alle lavorazioni successive di finissaggio umido.
In questa fase di lavorazione la pezza viene inumidita o lavata con apposite sostanze atte a conferire determinate caratteristiche. In seguito la stessa viene asciugata per poi essere inviata alle lavorazioni di finissaggio asciutto. La fase di finissaggio umido può quindi essere così riassunta
- Arrivo della pezza dalla zona di preparazione
- Eventuale cucitura a sacco della pezza (questa operazione, in alcuni casi è individuabile nella fase di PREPARAZIONE AL FINISSAGGIO)
- Imbibizone e trattamento della pezza (a caldo)
- Asciugatura della pezza
- Invio a finissaggio asciutto
Di seguito vene riproposto l’elenco delle macchine di finissaggio umido grazie alle quali sono effettuabili le varie lavorazioni.
- Macchina per cucire (semiautomatica o manuale)
- Cucitrice a sacco
- Apricorda
- Raddrizzatrama
- Arrotolatore
- Macchine per il trattamento in corda
- Follone
- Lavaggio
- Macchina combinata lavaggio/follone
- Macchine per i trattamenti AIRO
- Bottale
- Macchine per il lavaggio in largo del tessuto
- Lavaggio in continuo
- Macchine per la fissatura
- Fissa discontinua (potting)
- Fissa continua (crabbing)
- Macchine per l’asciugatura del tessuto
- Centrifuga
- Foulard con spremitore
- Rameose per essiccazione e per termofissaggio
- Carbonizzo/lavasecco
- Essiccatoi a cilindri
Sono inoltre presenti carrelli, barelle, transpallet elettrici e manuali per la movimentazione delle pezze, attrezzi per il taglio delle stesse e dispositivi ad aria compressa.
ATTREZZATURE E MACCHINE
Le macchine e le attrezzature che potrebbero essere presenti nella zona di finissaggio umido sono le seguenti:
La cucitrice manuale viene utilizzata per effettuare la cucitura testa – coda delle pezze. La stessa viene solitamente azionata tramite un sistema a pedale.
La macchina in esame ha un utilizzo analogo a quello della cucitrice manuale ma è ad azionamento elettrico.
La stessa può essere di due tipi: portatile (solitamente collegata ad un piccolo paranchino pneumatico atto a facilitarne la movimentazione) oppure di tipo carrellato, dotata di ruote per il suo spostamento. Nel primo caso la cucitrice sarà collegata alle strutture della macchina per la quale viene utilizzata e sarà alimentata da una batteria.
La cucitrice a sacco piega le pezze al centro, facendo combaciare le cimosse. Le pezze così doppiate, passano sotto la testa della cucitrice e vengono cucite assieme. Al termine della lavorazione, la pezza si presenterà come un lungo tubo, detto CORDA.
Questa lavorazione serve ad evitare il formarsi di bastonature, abrasioni, pieghe morte e arrotolature di cimosse che potrebbero verificarsi nelle successive fasi di lavorazione.
La macchina viene utilizzata per preparare la pezza nel caso la stessa debba subire lavorazioni in corda.
4 – Apricorda
L’apricorda ha la funzione di stendere il tessuto e disporlo in falde, per prepararlo a tutte le lavorazioni in largo. La lavorazione di apertura della corda è solitamente abbinata alla lavorazione di spremitura in largo ma può essere effettuata anche singolarmente.
Prima dell’ingresso nella macchina del tessuto in corda è di solito posizionato un cassone/carrello. Grazie ad una carrucola posizionata a circa 6 metri di altezza, la pezza viene tirata e fatta passare attraverso un deavvolgitore che ne elimina le torsioni. Successivamente la pezza scende attraverso due battipezza che la tengono in tensione. I successivi cilindri allargatori provvedono a completarne la distensione. All’uscita della macchina il tessuto risulta completamente steso e viene così affaldato.
Questa macchina viene utilizzata per raddrizzare le trame del tessuto in lavorazione, mantenendole perpendicolari ai fili dell’ordito. Questa macchina è posta all’ingresso di tutte le macchine per la lavorazione in largo delle pezze. La stessa è composto da una serie di cilindri raddrizzatori dritti e da cilindri curvi. Sono inoltre presenti alcuni sensori (di solito fotocellule), che rilevano eventuali difetti nel tessuto, individuando i fili di trama obliqui rispetto a quelli di ordito. Il dato viene poi trasmesso ai cilindri dritti, che provvedono a frenare il lato del tessuto spostato, in modo da riportare le trame spostate perpendicolari agli orditi. I cilindri curvi vengono utilizzati per eliminare le ondulazioni del tessuto.
6 - Arrotolatore
Gli arrotolatori vengono utilizzati per avvolgere il tessuto che è stato lavorato attorno ad un rullo, ottenendo così dei rotoli.
Gli elementi principali di questa macchina sono l’incastellatura di sostegno del braccio mobile ed il cilindro pneumatico per il movimento dello stesso. Potrebbe essere presente anche un cilindro pressore atto ad evitare la formazione di pieghe in fase di arrotolatura della pezza.
Esistono due tipi di arrotolatori: uno è solitamente integrato alle macchine e come tale è solidale al corpo delle stesse (in questo caso sarà presente il cilindro pressore) ed uno mobile, composto solitamente da due elementi distinti: un elemento contenete gli organi per di trasmissione ed il braccio per l’arrotolatura ed un’incastellatura sulla quale posizionare il rullo mobile. In questo caso l’arrotolatore potrà essere utilizzato su più macchine ma non sarà dotato di cilindro pressore.
7 - Follone
La follatura è un processo di rifinizione che sfrutta il fenomeno della feltratura per dare una mano particolare al tessuto. La follatura influenza il tatto, l’aspetto e la compattezza del tessuto.
Gli elementi principali di un follone sono la coppia di cilindri in pressione per l’avanzamento del tessuto con relative ganasce, la cassa follante e la barra metallica di arresto appoggiata alla stoffa della quale avverte i nodi o i rigonfiamenti che, urtando la barra, provocano l’arresto della macchina.
Il tessuto lavorato all’interno di questa macchina viene inserito all’interno della stessa e legato capo – coda a formare un anello, il quale verrà fatto ruotare all’interno della macchina fino ad ottenere l’effetto desiderato.
8 – Lavaggio in corda
Il lavaggio e la sbozzimatura, che hanno lo scopo di rimuovere dal tessuto tutte le impurità (bozzime, oleanti tessili o altri elementi insudicianti, derivanti anche dalle precedenti lavorazioni), prevedono quattro fasi successive:
- Ammollo:
La stoffa viene impregnata di acqua e un’azione meccanica di sfregamento elimina le sostanze insolubili, come la terra, la polvere, i coloranti non fissati ecc.
- Prelavaggio:
Lavaggio a freddo, leggero e veloce, che elimina gli eccessi di colore e di elementi insudicianti, che potrebbero fissarsi sulla pezza nella successiva fase di sgrassatura
- Sgrassatura
Un bagno di acqua contenente saponi, prodotti detergenti e ausiliari, in cui si emulsionano le sostanze oleanti utilizzate nella filatura ed eventuali bozzime, macchine oleose, ecc. Fondamentale è la temperatura del bagno, che varia in relazione a impurità e componenti da eliminare (da 20 °C a 60 °C)
- Risciacquo
Con abbondanza di acqua viene allontanata l’emulsione con tutte le sostanze da rimuovere.
Il lavaggio in corda presenta modalità di lavorazione simili a quelle dei folloni. Lo stesso viene utilizzato per effettuare il lavaggio di tessuti pesanti quali, ad esempio, le flanelle destinate ad essere garzate.
La macchina è costituita da:
- una vasca profonda, che contiene la soluzione sgrassante (1)
- due cilindri spremitori (a pressione regolabile) di trascinamento della pezza (2) al di sotto dei quali è presente una bacinella di recupero dell’emulsione spremuta dal tessuto (4), dalla quale parte il tubo di scarico del bagno (5)
- un dispositivo a rastrelliera che separa e guida le pezze, bloccando la lavorazione al passaggio di eventuali nodi di tessuto (3)
- una serie di ugelli per l’immissione di acqua nella vasca (6)
- una serpentina per il riscaldamento del bagno
9 – Macchina combinata lavaggio/follone
Questa macchina, di concezione piuttosto recente, è in grado di effettuare sia lavorazioni di follatura che lavorazioni di lavaggio. La stessa combina quindi le caratteristiche di entrambe le macchine.
10 – Macchina per trattamenti AIRO
Il trattamento Airo ha lo scopo di dare al tessuto un aspetto fresco, volume ed elasticità, garantendo una completa assenza di pieghe.
Può essere previsto il lavaggio e l’asciugatura della pezza, oppure semplicemente l’asciugatura.
La macchina è composta da una vasca in acciaio inox all’interno della quale sono situati i componenti indicati in figura.
Le singole pezze bagnate attraversano la rastrelliera, scorrono su un cilindro guida e quindi passano fra due cilindri spremitori principali dai quali entrano in un tubo in acciaio inox, all’interno del quale un getto di aria spinge con forza le stesse contro una griglia sagomata che conferisce al tessuto l’aspetto desiderato.
L’asciugatura delle pezze avviene mediante il gruppo di scambio termico situato nella parte alta della macchina
11 - Bottale
Il lavaggio del tessuto in cesto, oltre che per effettuare un normale lavaggio, viene applicato per ottenere un leggero infeltrimento e per conferire al tessuto una mano morbida.
Questa macchina è costituita da una struttura metallica (carenatura) che racchiude la botte di contenimento entro cui ruota il cesto forato, per consentire l’estrazione e la circolazione del bagno. Il cesto è dotato di alcune alette necessarie per lo sbattimento del tessuto. È possibile vedere il cesto per mezzo di un grande oblò realizzato sullo sportello di carico e scarico della macchina.
La macchina è solitamente connessa a una tubazione che immette acqua fredda e ad un’altra per l’immissione del vapore
12 – Lavaggio in continuo
Il lavaggio in continuo viene utilizzato per lavare ovvero eseguire specifici trattamenti in largo di grandi quantità di tessuto. Solitamente vengono lavorati in largo tessuti leggeri, delicati, pettinati ecc..
Gli elementi principali del lavaggio in continuo sono:
- Una vasca di prelavaggio e risciacquo (vedere figura A)
- Una vasca di stoccaggio (vedere figura B)
- Una vaschetta di impregnazione (vedere figura C)
- Una vaschetta di raffreddamento (vedere figura D)
Gli elementi sopra indicati possono essere assemblati in vari modi a seconda del tipo di lavaggio che si vuole eseguire ed in base al tessuto da lavare ma gli elementi principali sono i primi due sopra indicati e si trovano in ogni combinazione, spesso ripetuti più volte nel percorso.
Le figure sottostanti schematizzano le parti che compongono il lavaggio in continuo:
13 – Fissa discontinua (per potting)
La fissatura è un trattamento preliminare alle lavorazioni di finissaggio che stabilizza quei tipi di tessuto che, sottoposti all’azione dell’acqua, si potrebbero torcere e deformare a seguito delle tensioni interne agli stessi.
Nella fissa continua, il tessuto in largo viene avvolto sotto tensione su un rullo forato (1), posto nella vasca di bollitura (2) a temperatura idonea, in acqua addizionata con imbibente. Un cilindro di pressione posto s opra il rullo (3) preme il tessuto arrotolato. Una speciale pompa volumetrica reversibile (interno – esterno e viceversa - 4), assicura una circolazione uniforme del bagno attraverso i fori del rullo rotante su cui è avvolto il tessuto, in cicli automatizzati di durata programmabile dai 30 ai 60 minuti.
Terminato il ciclo, il tessuto viene scaricato invertendo il senso di rotazione del rullo e passando sopra il cilindro di pressione, giunge a due cilindri spremitori (5) ed infine ad una vaschetta (6) dove un getto di acqua fredda ottenuto tramite appositi ugelli spruzzatori , genera un violento shock termico.
Terminato il trattamento, la pezza po’ essere affaldata o arrotolata.
14- Fissa continua (per crabbing)
La fissatura in continuo viene utilizzato per aumentare la produttività del trattamento in discontinuo. Lo stesso evita inoltre differenze qualitative tra testa e coda della pezza.
Il tessuto in largo attraversa una vaschetta con acqua calda (1) ed eventuali sostanze imbibenti. Lo stesso viene poi spremuto da una coppia di cilindri (2) ed è poi guidato ed adagiato su un tamburo (3) per poi riposare immobile nella zona di reazione tra il tamburo riscaldato ed il telo.
Le temperature più elevate, causate dalla pressione del telo e dai particolari materiali di cui esso è composto, provocano maggiore fissaggio e stabilità dimensionale al tessuto.
Il passaggio attraverso una vaschetta piena di acqua fredda genera lo shock termico stabilizzante.
Dopo una spremitura tra due cilindri (5), il tessuto viene raccolto su bancali o arrotolato.
Un’ulteriore macchina per la fissatura chimica in continuo (crabbing) è quella illustrata nella figura seguente.
Il tessuto in ingresso viene impregnato in un bagno a base di bisolfito e dell’imbibente più appropriato. Lo stesso passa quindi su un grande tamburo riscaldato (2), il quale viene premuto da un tappeto in gomma (1) che schiaccia il tessuto ed ostacola la fuoriuscita del vapore, che in questa lavorazione giunge a temperature superiori a 100 °C. Al termine della stessa il tessuto passa all’interno di una vaschetta per il raffreddamento.
15 - Centrifuga
L’idroestrazione viene eseguita prima di asciugare definitivamente il tessuto o nelle pause tra i vari processi a umido, in particolare dopo il lavaggio (o la tintura).
La centrifuga è costituita da un involucro esterno di metallo avente la funzione di carter di protezione. Al suo interno si trova il cesto cilindrico rotante in acciaio inox, che è chiuso alla base e forato nella circonferenza. La rotazione del cesto è eseguita mediante un motore elettrico. Il carter esterno è dotato, nella sua parte superiore, di un coperchio per il caricamento. Un freno che agisce sulla base del fermo di rotazione il cesto a ciclo di centrifugazione concluso.
16 – Spremitore in largo (foulard)
La spremitura ha lo scopo di preparare il tessuto alla successiva lavorazione di asciugatura, effettuando una idroestrazione mediante il passaggio del tessuto fra i due cilindri in pressione. Il foulardaggio serve invece ad applicare al tessuto prodotti per il finissaggio.
Lo spremitore è costituito da un telaio metallico a struttura rettangolare.
Su questo telaio è montata una vaschetta di raccolta dell’acqua estratta (o, nel caso del foulard, per l’impregnazione del tessuto) e due cilindri spremitori di cui quello superiore è mobile e preme nel sottostante fisso.
In alcuni casi i cilindri pressori sono tre, per effettuare un doppio passaggio di spremitura.
In base alle esigenze aziendali, lo scarico della macchina può essere effettuato su rulli oppure a falde.
Normalmente l’ingresso alla macchina è preceduto da un allargapezze.
17 – Rameuse
La rameuse è la macchina più utilizzata per l’asciugatura in continuo del tessuto per mezzo di un flusso di aria calda. L’aria viene riscaldata tramite vapore, olio diatermico o combustione di gas.
La scelta del sistema di riscaldamento dipende dalla temperatura che si desidera raggiungere. La rameuse non è più utilizzata soltanto per asciugare il tessuto, ma anche per conferire allo stesso particolari caratteristiche, a seguito di una impregnazione con vari prodotti chimici (la quale avviene, di solito, attraverso un foulard integrato alla rameuse).
L’operazione di termofissaggio, che si effettua sia per rendere più agevoli le lavorazioni successive che per soddisfare le esigenze del confezionista, conferisce stabilità dimensionale al tessuto.
Per effettuare è necessario raggiungere temperature di 170/190 °C ed una permanenza del tessuto nella camera di circa 20/25 secondi. La scelta del sistema di riscaldamento dell’aria all’interno della rameose sarà pertanto effettuata in base alle necessità produttive dell’azienda.
In base al tipo di tessuto che deve essere lavorato e all’efficacia che si vuole ottenere dalla lavorazione, si possono utilizzare rameuse in piano e rameuse a più percorsi.
Nelle rameuse in piano, utilizzate principalmente per tessuti leggeri, il tessuto entra bagnato da una parte ed esce asciutto dalla parte opposta.
Le rameuse a più percorsi obbligano il tessuto a ripiegarsi una o più volte su appositi cilindri, uscendo dallo stesso lato da cui è entrato.
In entrambi i tipi di macchina la pezza viene trasportata per mezzo di due catene senza fine parallele dotate di tenaglie o spilli, disposte ad una determinata larghezza, le quali si muovono ad una velocità impostata dall’operatore.
Prima di essere agganciato sulle catene, il tessuto viene spostato ad una velocità maggiore di quella delle catene stesse da due cilindri di sovralimentazione; la differenza di velocità fa in modo che lo stesso venga agganciato in forma ondulata per permetterne il rientro nel passaggio dallo stato umido allo stato asciutto.
rameuse piana
rameuse a più piani
18 – Lavasecco/carbonizzo
Le macchine per il carbonizzo/lavasecco vengono utilizzate per il carbonizzo/lavaggio a secco dei tessuti per eliminare macchie o altre impurità che, a causa della delicatezza delle pezze trattate, non possono essere rimosse con i normali trattamenti di lavaggio.
La pezza viene fatta entrare all’interno di una camera di impregnazione all’interno della quale è presente un solvente particolare (che varia a seconda del tipo di trattamento: percloroetilene per il lavaggio a secco e acido solforico per le operazioni di carbonizzazione); dopo la camera di impregnazione è solitamente presente un forno di asciugatura atto a far evaporare il solvente presente nella pezza. Segue un’ulteriore camera per la ventilazione del tessuto.
19 – Tirafilo
Il dispositivo tirafilo viene di solito abbinato all’apricorda. Lo stesso viene utilizzato per togliere il filo dai tessuti cuciti a sacco che devono essere aperti. Il filo viene inserito tra due cilindri trascinatori che tirano, appunto, il filo togliendolo dalla pezza.
Il transpallet manuale viene utilizzato per movimentare le barelle sprovviste di ruote proprie e per permetterne le operazioni di traino e spinta.
Lo stesso è dotato di una barra sterzante collegata direttamente alle ruote pivottanti di manovra, poste nella parte anteriore dell’attrezzatura.
La barra di sterzo dell’attrezzatura è collegata ad un impianto idraulico che permette il sollevamento del piano di carico del transpallet in seguito all’abbassamento ripetuto della stessa. Una leva a pedale permette il successivo abbassamento del piano di carico del transpallet.
Analogo alla versione manuale, il transpallet elettrico viene utilizzato per movimentare barelle e carrelli che contengono le pezze da lavorare e che non sono provviste di ruote proprie.
Lo stesso viene alimentato tramite batterie a bassissima tensione poste al suo interno. I comandi per il suo avanzamento viene solitamente comandato attraverso l’inclinazione della barra sterzante, mentre i comandi sollevamento del piano di carico sono posti in testa alla stessa.
Supporti per la movimentazione manuale delle pezze, solitamente dotati di una (nel caso delle versioni a tre ruote) o due ruote pivottanti.
Spilli, aghi, forbici ed articoli per effettuare il rammendo o la segnalazione di eventuali piccoli difetti presenti sulle pezze.
I dispositivi ad aria compressa (soprattutto dispositivi soffianti, ma anche aspiranti) vengono utilizzati per effettuare la pulizia dei macchinari e delle attrezzature presenti in reparto
Sono utilizzati per verificare visivamente se il tessuto rispecchia o meno le caratteristiche qualitative richieste. La macchina è essenzialmente costituita da un sistema meccanico alimentato elettricamente, che permette di svolgere il tessuto dal rullo sul quale è arrotolato (oppure di prelevare lo stesso dalla barella o dal carrello all’interno del quale è predisposto) e di farlo passare su un piano inclinato. In piedi (o seduto) di fronte alla macchina staziona l’operatore che effettua l’esame visivo del tessuto stesso.
Un sistema di rulli, dei quali alcuni sono motorizzati ed altri sono folli, permette lo scorrimento del tessuto sul piano inclinato. Il tessuto verrà recuperato facendo passare lo stesso su un’asta oscillante (faldina) in senso trasversale, allo scopo di raccoglierlo su un carrello, facendogli assumere la forma di una pezza piegata trasversalmente in numerosi strati rettangolari.
Il comando per l’avanzamento del tessuto sul piano inclinato avviene solitamente tramite azione mantenuta su un apposito pedale trasversale presente lungo tutto il fronte della macchina. A seconda dell’inclinazione impartita al pedale con il piede, l’operatore varierà il senso avanzamento della pezza.
L’affaldatura è solitamente effettuata per srotolare il tessuto e posizionarlo a falda. Questo processo viene effettuato per preparare il tessuto a quelle lavorazioni che in alimentazione necessitano del tessuto affaldato.
Gli elementi principali di un affaldatore sono rappresentati dalla vasca di accumulo del tessuto (scivolo), da un cilindro di passaggio, da un freno (per regolare la tensione del tessuto), dai cilindri centratori e di trascinamento e dall’affaldatore.
Il transpallet manuale viene utilizzato per movimentare le barelle sprovviste di ruote proprie e per permetterne le operazioni di traino e spinta.
Lo stesso è dotato di una barra sterzante collegata direttamente alle ruote pivottanti di manovra, poste nella parte anteriore dell’attrezzatura.
La barra di sterzo dell’attrezzatura è collegata ad un impianto idraulico che permette il sollevamento del piano di carico del transpallet in seguito all’abbassamento ripetuto della stessa. Una leva a pedale permette il successivo abbassamento del piano di carico del transpallet.
Analogo alla versione manuale, il transpallet elettrico viene utilizzato per movimentare barelle e carrelli che contengono le pezze da lavorare e che non sono provviste di ruote proprie.
Lo stesso viene alimentato tramite batterie a bassissima tensione poste al suo interno. I comandi per il suo avanzamento viene solitamente comandato attraverso l’inclinazione della barra sterzante, mentre i comandi sollevamento del piano di carico sono posti in testa alla stessa.
Supporti per la movimentazione manuale delle pezze, solitamente dotati di una (nel caso delle versioni a tre ruote) o due ruote pivottanti.
Spilli, aghi, forbici ed articoli per effettuare il rammendo o la segnalazione di eventuali piccoli difetti presenti sulle pezze.
I dispositivi ad aria compressa (soprattutto dispositivi soffianti, ma anche aspiranti) vengono utilizzati per effettuare la pulizia dei macchinari e delle attrezzature presenti in reparto